El Roto non si sofferma troppo sui fenomeni di superficie … la crisi viene raccontata da tutte le prospettive: dalla retorica ufficiale, alle manifestazioni quotidiane: basta una vignetta a catturarli, e poi dritti al bersaglio grosso, che è – prima ancora dell’ideologia dominante – chi l’ha imposta, chi ne ha beneficiato.
Nel descrivere l’economista come colui il cui mestiere è “far sembrare necessario l’intollerabile”, la vignetta fotografa ciò che persino gli economisti critici a volte sembrano non vedere. Non è l’accademia mainstream a essersi imposta, ad aver definito ciò che era necessario, ma chi quell’accademia ha finanziato fino a renderla sazia e cieca: non sono Adam Smith e Milton Friedman ad averci condotti fin qui, ma le forze reali che hanno assunto i loro scritti come foglie di fico del conflitto redistributivo in atto.
Gli economisti, lungi dall’essere ispiratori, son stati “macchine” di quella lotta di classe dall’alto.. Non ci fossero stati – o avessero saputo resistere al mainstream – non si sarebbe arrestato il fenomeno, ma solo una delle retoriche a disposizione.
Non solo: secondo El Roto, “È evidente che tutti abbiamo partecipato, in qualche modo, alla creazione del mostro economico che ci divora, visto che nessun idolo è in grado di sopravvivere senza l’aiuto di coloro che lo adorano”.
COMMENTA L'ARTICOLO
«Vignette per una crisi, la nostra!»