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Fenomeni abitativi

Il Cohousing sbarca in Italia, la prima biblioteca condominiale

A New York con la library si vende prima la casa, a Milano i residenti di Rembrandt 12 inaugurano la prima biblioteca condominiale. L''assemblea dei condomini apre al pubblico lo spazio condiviso. Cohousing, autonomia dell'abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi comuni
di Redazione
13 Dicembre 2013
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http://www.habitat-italia.it/social/13-12-2013/news/il-cohousing-sbarca-italia-la-biblioteca-condominiale/
Diffondere la cultura in condominio

USA, CON GLI SPAZI CONDIVISI LA CASA SI VENDE PRIMA
Negli anni Ottanta era la piscina condominiale a far decollare le vendite di un nuovo centro residenziale. Dopo è stato il turno della palestra, poi quello della lavanderia condivisa e via con altri «sogni americani» capaci di trasformare il grigio urbano. Ora l”America inverte la rotta dei servizi offerti e punta, in piena era dell”ebook, sulle biblioteche condominiali. “La palestra, gli spazi verdi e il tetto attrezzato ancora motivano fortemente l”acquisto, racconta al New York Times Tami Shaoul, vice presidente di Corcoran Group, gruppo immobiliare che investe sulla nuova tendenza. Ma i clienti sgranano gli occhi quando scoprono che tra i servizi c”è la biblioteca condivisa.

L”idea della library è profondamente radicata nello spirito americano e non è stata sorpassata dall”era digitale, anche per questo l”affaccio delle biblioteche nel settore immobiliare non sorprende. Dagli anni Settanta in poi, con l”AT&T Building di Philip Johnson, gli Stati Uniti hanno scoperto l”utilitĂ  di aggiungere arte e cultura agli immobili.

COHOUSING IN ITALIA, VIVERE E CONDIVIDERE L”ABITARE
Il cohousing non è un utopia ma l’esperienza quotidiana di migliaia di persone in tutto il mondo che hanno scelto di vivere in una comunitĂ  residenziale a servizi condivisi. Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni 60, ed è a oggi diffuso specialmente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone. Le comunitĂ  di cohousing combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini…) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale.Le 10 caratteristiche del vivere condiviso su cohousing.it.

Il cohousing vive in cascina, nasce Cohttage, il terzo progetto di cohousing a Milano cittĂ .

MILANO, REMBRANDT12 LA PRIMA BIBLIOTECA CONDOMINIALE
Oggi vi voglio proporre una ricetta, una ricetta a base umana. Prendete un’anziana nonnina col bastone, unitela con cautela alla giovane coppia sessualmente agguerrita, aggiungete un pizzico di monello di sei anni, con padre palestrato e madre sgarzellona. Mescolate lentamente con geriatrico logorroico, unite una single bionda dalle curve pericolose con figlia di due anni, soffriggete con coppia seperata in casa e figlio brufoloso con passione per la musica heavy metal.

Per i palati più rustici, cospargete la miscela ottenuta con brodo di giovane rastamanno, padre di tre pastori bergamaschi col vizietto della pisciatina, una lacrima di vedova cineraria ed all’occorrenza aggiustate con una grattata di maestra zitella truccata da mignottone di Frosinone. Questo è uno dei tanti, tipici esempi di condomìni all’italiana, una caciuccata di tante belle teste che rendono la vita condominiale una colorita esistenza ai confini della realtà.

Scommetto che ciascuno di voi abitanti di condominio può fare il proprio esilarante elenco di personaggi, roba da far invidia a tutti i comici di Zelig.

Eppure il condominio non è sempre e soltanto un generoso quanto involontario foriero di anime grottesche, anzi a ben pensarci è una gigantesca potenziale fonte di condivisione, di idee innovative, vantaggi a go go e iniziative di cohousing! Perché c’è anche chi ha pensato, nell’era della globalizzazione, che la diversità è un valore!

Un esempio su tutti? Rembrandt12, la prima biblioteca condominiale nata da una fortuita visione di Roberto Chiappella, milanese 66enne, residente appunto in Via Rembrandt al 12. Un giorno di pochi mesi fa, Roberto s’imbatte in una decina di libri messi accanto al cassonetto della spazzatura, destinazione distruzione, quando viene colto da quel particolarissimo sentimento senza nome che strugge gli amanti dei libri, imponendo loro di salvare la vita di ogni prezioso stampato.

Li raccoglie, si dirige verso casa per metterli al sicuro, passa accanto alla portineria in disuso, arriva l’idea. Semplice, folle, geniale… una biblioteca di condominio, ma aperta a tutti e naturalmente gratis! Nei successivi tre mesi i libri diventano qualche centinaio e sono tutt’ora in fase di catalogazione, prezioso lavoro volontario di alcuni condòmini che si fanno inoltre trovare presso la portineria-biblioteca per il servizio di prestito.

Il funzionamento è analogo a quello delle biblioteche pubbliche, il libro lo tieni un mese e poi lo riporti indietro. Se non sei del condominio lasci tutti gli erstremi, che al momento vengono segnati su un registro, ma presto ci sarĂ  un computer. La difficoltĂ  è stata superare l’iniziale indifferenza, commenta lo stesso Roberto Chiappella in un’intervista rilasciata al blogger Giuseppe Scano; dopo l’inaugurazione avvenuta lo scorso febbraio, è arrivata la delibera della riunione condominiale del 14 marzo 2013, che ha decideso l”apertura della biblioteca anche ai non residenti.

Con immensa gioia ed orgoglio vi comunichiamo che la nostra biblioteca è stata “promossa” all”unanimitĂ  dall”assemblea condominiale! Quindi, da oggi, esistiamo ufficialmente come biblioteca ad uso e consumo dei condomini, senza limitazioni, se non quella degli orari di apertura. Come previsto, si è trattato di un argomento molto dibattuto, contestato, ma con grande sorpresa, a…nche accolto e difeso dalla maggior parte dei condomini. La maggiore difficoltĂ  incontrata è stata la proposta di apertura al pubblico; parecchi no, contestazioni, perplessitĂ  ma… alla fine siamo riusciti ad ottenere un periodo di prova fino a giugno/settembre (data ancora da definirsi, per la prossima assemblea)!!!

Io trovo quest’idea semplicemente eccellente, un modo molto appropriato per riuscire a superare il semplice “ciao” verso quelle persone con cui – volente o nolente – qualcosa in comune ce l’hai. Anche la trasmissione Ballarò del 10 febbraio cita la meritevole iniziativa di Chiappella, che ha saputo trasformare 10 “rifiuti” in un’ottima motivazione per continuare a guardarsi in faccia, e magari anche a leggere.

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