“Il progetto Green Clean Market intende favorire la consapevolezza degli effetti nefasti generati dalla corruzione e dalla frode nella corretta allocazione delle risorse e degli investimenti, sull’innovazione, sulla distribuzione dei redditi e dei risparmi e sul loro utilizzo, nelle politiche industriali pubbliche e private, sulla tutela dei patrimoni e dei beni pubblici quali ambiente, risorse naturali, paesaggio”.
Si tratta della premessa di Federico Golla, amministratore delegato di Siemens, allo studio “Corruzione e frode nella green economy” coordinato e promosso da Transparency International Italia con il supporto del centro studi RiSSC.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili, grazie anche ad un significativo sistema di incentivi e agevolazioni fiscali, si è dimostrato, e si sta dimostrando, terreno fertile per la nascita di attività di natura speculativa e criminosa, in particolare nell’eolico e nel fotovoltaico. Le criticità maggiori che espongono a questi rischi sono legate sia alle scelte
politiche e normative in ambito pubblico sia all’assetto e alle regole di mercato.
Le conseguenze e i possibili impatti a medio lungo termine sono numerosi e spaziano dal depaupermento dei fondi nazionali ed europei fino alle problematiche legate all’ambiente e alle persone.
Questo è un sistema che deve essere contrastato, dove il massimo interesse egoistico del singolo si pone al di sopra della collettività . Al Forum Nazionale “Green Clean Market”, tenutosi a Milano, Transparency International ha presentato la seconda fase del progetto, che durerà da gennaio 2014 a dicembre 2015, dove sono state individuate nove aree pilota in cui alcuni soggetti pubblici e privati hanno scelto di adottare uno speciale documento di indirizzo sul tema.
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«Corruzione e frode nella green economy»